selezione degli oggetti preziosi esposti
Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi
Opera nella maggior parte di argentieri napoletani, i preziosi esempi esposti in Museo, provengono dal Tesoro liturgico della Cattedrale e del Capitolo di Molfetta, formatosi soprattutto tra il Seicento e Settecento, e da varie chiese della Diocesi
La natura preziosa del loro materiale ha finito per esaltare quei caratteri di splendore e di magnificenza che furono propri della visione barocca e che sostanziarono in modo speciale anche le forme proprie della liturgia.
Gli oggetti presentati, tra cui spiccano alcuni reliquiari eseguiti nello Stato Pontificio, sono opere di alcune delle numerose botteghe di maestri argentieri operosi a Napoli tra il Seicento e l’Ottocento che direttamente o indirettamente influenzarono la produzione locale.
L’uso della punzonatura a Napoli, il cosiddetto diritto di puntillo, sugli argenti per garantire i lavori ed attestare l’avvenuto pagamento dell’imposta allo Stato o alla corporazione, si diffuse a partire dal Seicento, anche se è solo nel secolo successivo che si ebbe una più ordinata ed efficiente punzonatura. Accade che vari manufatti, compresi nel percorso, non presentino nessuno dei bolli richiesti (dell’Arte, del maestro argentiere, del Console, del saggiatore), ma tutto ciò rientra nel diffuso disordine dovuto alle vicende politiche ed economiche.
Sprovvisti di bolli, infatti, risultano essere gli oggetti inviati alle fiere provinciali dove si vendevano manufatti realizzati con un titolo inferiore o quelli che eludevano i pagamenti, oppure quelli commissionati direttamente all’argentiere di fiducia.
Durante il XIX secolo, l’argenteria sacra napoletana rivela ancora la sua nota artistica, seppur adeguandosi al diffuso clima revivalistico, che cerca di rivitalizzare forme, ornamentazioni e tecniche di lavorazione elaborate durante i secolo passati.
Sala del Tesoro
SALA DEL TESORO